Efficienza energetica: residenziale in primo piano

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03 ago Efficienza energetica: residenziale in primo piano

Con un patrimonio immobiliare di 160 milioni di edifici che secondo stime della Commissione Europea assorbe il 40% dei consumi energetici finali, il settore residenziale ha un ruolo di primo piano, in Europa, nella sfida per l’efficienza energetica.

Il 75% degli immobili sono stati costruiti senza alcun criterio di efficienza energetica e considerando che le nuove edificazioni crescono ad un ritmo dell’1 – 1,5% annuo (Fondazione Cartif), il 75 – 90% del parco immobiliare oggi esistente sarà ancora in uso al 2050. Perciò ristrutturazioni e investimenti in riqualificazioni energetiche degli edifici esistenti sono determinanti per raggiungere gli obiettivi delle Direttive Europee in tema di efficienza.

In Italia il patrimonio edilizio è costituito da circa 63 milioni di immobili ed è uno dei più vecchi d’Europa, con il 55% degli edifici con più di 40 anni, che mediamente consumano il triplo di quelli di recente costruzione, sia per il tipo di materiali utilizzati che per le scelte progettuali effettuate. Tra l’altro, a fine 2013 il prezzo delle abitazioni ha registrato un calo del 12% rispetto al 2010, con una perdita di valore di circa il 4% annuo (Istat 2014) dovuta alla contrazione della domanda, ma anche all’invecchiamento degli edifici e alla mancanza di interventi di manutenzione, che incide su sicurezza e consumi energetici.

Ma sul mercato italiano i segnali positivi non mancano: dei 5,6 miliardi € investiti nel 2015 in Italia nel miglioramento dell’efficienza energetica, il 53% proviene dal settore residenziale (Energy Efficiency Report 2016 del Politecnico di Milano), dove sono stati realizzati interventi sull’involucro edilizio, installazione di impianti di riscaldamento, raffrescamento e di sistemi di illuminazione a LED.

Inoltre l’innovazione tecnologica sta entrando in modo preponderante nel mercato immobiliare: secondo dati Cresme la spesa destinata agli impianti nelle nuove costruzioni è passata dal 9,8% sul costo di costruzione globale del 2008, al 14% nel 2014, a dimostrazione del ruolo crescente dell’impiantistica non solo meccanica, ma anche elettrica ed elettronica.

Migliorare le prestazioni energetiche e il comfort abitativo, coniugando sostenibilità e sicurezza, è il modo migliore per impedire il degrado degli immobili e generare ricadute positive per l’ambiente. Basti pensare che grazie alle misure per l’efficienza energetiche attuate tra 2005 e 2015 si sono risparmiati circa 10 Mtep/anno di energia, evitando 26 milioni t/CO2 (Rapporto Efficienza Energetica 2016 Enea).

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